Le usiamo per svegliarci, per sapere che tempo farà, per ascoltare la musica mentre viaggiamo in auto, per passare gran parte del nostro tempo libero fra una partita a poker e l’ultimo scroll su Instagram prima di andare a dormire. Le app sono parte integrante della nostra vita e chi lo nega sa di mentire. Con le app consumiamo e gestiamo, accediamo virtualmente ad una serie di cose che prima richiedevano ore di attesa in luoghi che potevano replicare fedelmente l’inferno dantesco, ed è importante precisare: senza avere sotto mano un Wordle con cui ammazzare quel tempo perso.
È piuttosto singolare però guardarsi indietro sulle origini quando queste sono dietro l’angolo della storia e proprio per questo individuare un punto di partenza non è così semplice come sembra, soprattutto quando lo stacco fra chi è arrivato prima è questione di una manciata di mesi. Una cosa però è certa: non possiamo parlare di app senza considerare l’evoluzione dei dispositivi mobili.
Mobile Pitecus – PDA e primi telefoni cellulari
Tutto comincia nei favolosi anni ‘80, più precisamente nel 1984, quando la Psion lancia sul mercato “Psion Organizer”, il primo PDA ad avere un software integrato dotato di calcolatrice, agenda, editor testuale e rubrica. Benché sprovvisto della possibilità di effettuare telefonate, è da considerarsi un vero e proprio avo degli smartphone.
Successivamente, nel 1993 è Apple a provvedere ad un upgrade di Organizer con Newton. A differenza dell’antenato, Newton era in grado di connettersi a Mac, PC e alle reti wi-fi, ma presentava anche nuove eccitanti funzionalità come l’accesso ad un browser web e al client di posta.
Ad ogni modo, nel 1997, la popolarità di Newton viene sbancata da PalmPilot, PDA più intuitivo da utilizzare e con un kit di sviluppo che dava ampio spazio a chiunque volesse sviluppare app da far girare nell’interfaccia.
Una gloriosa menzione deve essere fatta in favore di Nokia che nello stesso anno con il suo modello 6110 fa conoscere al mondo l’esperienza di gioco su un dispositivo mobile grazie al celeberrimo Snake.
Mobile Sapiens – Emerge il mercato degli smartphone
Alla fine degli anni ‘90 si presentano i primi grandi cambiamenti tecnologici su telefonia mobile. A partire dal Simon di IBM nel 1994 al GS 88 Penelope di Ericson del 1997, applicazioni come rubrica di contatti, calcolatrice, orologio e calendario inziano a trovarsi nello stesso strumento con cui si possono effettuare telefonate e all’alba del nuovo millennio una moltitudine di sistemi (iOS, Android, Symbian) molto più complessi cominciano a gettare le basi per i moderni smartphone, basti pensare al primo iPod del 2001 che conteneva il gioco del solitario e il tetris.
Benché già nel 1983 Steve Jobs avesse in mente una configurazione primordiale dell’Apple Store con software che potessero essere acquistati tramite linea telefonica e che già nel 1990 un tentativo venne fatto da la Paget Press con Electronic Wrap Paper (uno store di applicazioni per sistemi NeXT), il sogno si concretizza prima con iTunes e poi nel 2008 con Apple Store in occasione dell’uscita dell’iPhone 3G. Non è possibile identificare quale sia stata davvero la prima app ad esistere in un app store perché il nuovo Apple Store venne lanciato con già 500 app disponibili per il download da parte dell’utente.
Seguì qualche mese dopo Google con il suo Android Market (nonno di PlayStore) dotato di 800 app pronte ad essere scaricate su HTC Dream con sistema operativo Android.
L’utilizzo delle app crebbe in maniera esponenziale in brevissimo tempo, tanto da raggiungere 1 miliardo di download in un solo anno e ben 50 miliardi nel giro di 5 anni.
Tra le app che hanno varcato i confini della storia troviamo senz’altro Angry Birds con 2 miliardi di installazioni in 4 anni che ha generato la prima corsa al branding nei confronti di un app creando un mercato estremamente redditizio fatto di merchandising, parchi a tema, cibi e bevande firmati dagli uccellini più famosi di sempre. Altre app che si sono conquistate il podio sono Temple Run con 100 milioni di download nel 2011 e Draw Something con 1 milione di installazioni in appena 9 giorni dal lancio.
Non sbagliava Apple a definire quel momento come “app revolution”, uno spaccato iconico della storia moderna che ha generato oltre mezzo milione di posti di lavoro solo a pochi anni dal debutto di iPhone e una revenue pressoché sconfinata.
Le abitudini degli utenti cambiano leggermente priorità con l’espansione dei social media, in prima battuta di Facebook, Instagram e Snapchat che nel 2014 contava una media di 700 milioni di foto condivise ogni giorno.
Mobile Sapiens-sapiens – Le app nel 2023
Oltre ad un incremento ben tangibile di giochi e app social, la quotidianità dei nostri tempi non può escludere dalla lista le app di messaggistica istantanea che ci permettono di comunicare con chiunque in maniera semplice e veloce, senza costi extra. La gratuità delle app è infatti una delle ragioni dell’ estremo successo di questo fenomeno che invita l’utente, se non a fidelizzarsi per la vita, perlomeno ad avere un assaggio di cosa significa far parte della community digitale.
Ad oggi l’app store di Apple conta circa 2,2 milioni di app disponibili al download, mentre PlayStore di Google circa 2,8 milioni. Nel 2023 si sono registrati circa 299 miliardi di download di app in tutto il mondo confermando un trend di crescita che non mira a rallentare.
Le app gratuite più scaricate del 2023 secondo AppleStore
1. Temu: Shop Like a Billionaire
2. CapCut – Video Editor
4. Threads, an Instagram app
5. TikTok
6. Instagram
7. Google
8. YouTube
9. WhatsApp Messenger
10. Gmail
Mobile Future – Il futuro delle app
Ma quale sarà il futuro delle app? Quali saranno i trend che determineranno il seguito di questa epocale trasformazione digitale?
Il focus è in primis sulle tecnologie 5G che riescono a garantire un velocità maggiore e una migliore user experience, ma anche sull’AI, grande hot topic degli ultimi tempi che già pullula di sviluppo pioneristico in termini di riconoscimento facciale e vocale, ma anche di algoritmi sempre più capaci di prevedere i nostri comportamenti in base alle abitudini. Nella palla di cristallo delle app però c’è spazio anche per realtà aumentata e realtà virtuale, per indumenti ed accessori come smartwatch e earbuds (il numero wearables connessi ogni giorno ammonta già ad 1 miliardo), per una smart home integrata con elettrodomestici, illuminazione e climatizzazione e infine anche per spostamenti e viaggi (auto, voli, hotel ecc.).
Insomma, a pensarci bene, in un lasso di tempo così breve le app sono fiorite in un fenomeno che si è conquistato di diritto un posto nella storia non solo tecnologica, ma soprattutto sociale, cambiando per sempre la vita delle persone. Se in meglio o in peggio questo sta ai singoli giudicarlo, ciò che è certo è che sarebbe quasi impossibile oggi pensare alla fetta capitalista e globalizzata del nostro pianeta senza lo smartphone in mano e per questo possiamo sicuramente dedurre che le app ci faranno compagnia per molti anni a venire.