Innumerevoli sono le volte in cui la parola “logo” viene usata al posto di “brand” e viceversa. Ma sono la stessa cosa? E soprattutto, il vostro business di cosa ha bisogno davvero da questo punto di vista? Quando si affrontano argomenti come quello del logo la maggior parte delle volte si pensa a sprigionare la propria fantasia, a cercare un font carino e un pittogramma bello da vedere. Ma come l’iceberg che affondò il famoso Titanic, ciò a cui si dovrebbe prestare attenzione innanzitutto non è ciò che si vede in superficie.
Cosa è la brand identity?
Il logo è una parte di ciò che si definisce “brand identity” ed è solo l’ultimo degli scalini da salire per considerare il processo di branding concluso. Costruire la brand identity significa applicare i valori del nostro brand a tutti gli elementi visual che si utilizzeranno in comunicazione e promozione. I valori che vogliamo veicolare dovranno rispecchiare la vera essenza del brand, dalla scelta del nome, al design del logo, ai colori, alle forme e alle grafiche; tutti elementi che contribuiscono a comporre il linguaggio del brand, il suo “tone of voice”. Non sembra più così elementare vero?
A cosa serve la brand identity?
Benché non si tratti di un lavoro semplice la verità è che senza un branding adeguato un brand non può chiamarsi tale, soprattutto adesso che viviamo una saturazione di mercato che rende la differenziazione molto più complessa rispetto al passato. Ma allora perché investire tempo e risorse nel branding? La risposta semplice sta nei paragoni spiccioli: una Ferrari Portofino e una Fiat Panda sono entrambe auto, oggetti che tramite un motore riescono a portare un soggetto da punto A a punto B. Entrambe hanno punti di pregio e di difetto, anche in base all’utilizzo che ne vogliamo fare (si sconsiglia fortemente di utilizzare la Ferrari come fuoristrada), ma la loro natura è esattamente la medesima. Ciò che però giustificherà il divario abissale di prezzo fra le due opzioni e che la prima corrisponderà sempre alla “macchina dei sogni” sarà il fatto che Ferrari prima di essere un veicolo è uno statement, un simbolo, un ventaglio di emozioni e significati frutto solo ed esclusivamente del brand developement che caratterizza da sempre la storica casa automobilistica. Una Ferrari non è perfetta, ma la sua fortissima brand identity farà leva sull’acquirente che ritroverà nel suo acquisto tutte le qualità che si aspettava di ottenere.
Una ricetta valida per tutti
Anche se di brand come Ferrari ce n’è uno su un milione, questo non significa che lo stesso meccanismo non possa valere anche per i piccoli business. Fintanto che il vostro cliente troverà nel vostro prodotto o servizio ciò che gli è stato promesso nel processo comunicativo, il vostro brand sarà percepito come forte, verrà ricordato e gli verranno accostati connotati positivi. Al contrario, un brand che appare confuso e incoerente non tradurrà i propri sforzi in brand awareness e fidelizzazione del cliente. Ogni business ha un brand, la differenza sta nel gestirlo in maniera consapevole o di lasciarlo in pasto alle recensioni di chi ha potenzialmente molto tempo a disposizione per danneggiarlo.
Come sviluppare la brand identity
Passiamo al vero nocciolo della questione: come sviluppare la brand identity. Come per tutto ciò che richiede delle skills specifiche, fare brand development non è cosa su cui improvvisarsi esperti; affidatevi a dei professionisti che sappiano estrapolare i core values del vostro brand e lavorate insieme affinché la brand identity delineata sia ben distintiva in ogni sua componente. Fra gli elementi da considerare nel brand development troviamo senz’altro il sito ufficiale, il packaging di un prodotto, i biglietti da visita, brochure promozionali e tutto ciò che veicolerà l’identità del brand. Una volta concluso il processo di sviluppo il brand dovrà affrontare il compito più complesso, ovvero mantenere la coerenza in ogni momento e in ogni strumento comunicativo.
Reinventarsi con il rebranding
Per tutti quei brand che hanno già una storia alle spalle e che desiderano portare una ventata d’aria fresca è possibile attivare un processo di riqualifica senza necessariamente andare ad intaccare le fondamenta. Tantissimi dei brand più famosi che tutti conosciamo hanno intrapreso nel tempo un’azione di rebranding, un cambio d’abito dettato dalla necessità di adeguarsi al momento storico e alle dinamiche sociali in costante evoluzione. Un esempio perfetto quello di Nestlè, il cui iconico logo con il nido passò nel 1984 da una versione con 3 uccellini a 2, riflesso del progressivo cambiamento del nucleo familiare e della tendenza a fare meno figli.
Ciò che l’era digitale sembra imporre è un accelleramento dei tempi fra un rebranding e l’altro favorendo necessariamente quelle realtà che investono nel brand development e nel progresso. Quando si parla di brand identity stare al passo con i tempi si rivela cruciale e sarà la stabilità comunicativa a determinare la grandezza di un’azienda.